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venerdì 4 febbraio 2011

Essere slave

Una slave è sempre una donna, e se dimentica di esserlo anche solo per un istante non sarà mai una slave.
Donna in tutti gli effetti, una vita quotidiana come tante. Lavoro, casa, famiglia… nulla di particolare.
Essere slave non si fa solo per amore o perché va di moda..... si rischia di veder bruciati il proprio amore e il proprio io.

Quando si gioca si deve sentire dentro la voglia che cresce, il desiderio di continuare il gioco, la volontà di superare i limiti… non la rabbia di dover subire, sia pur per amore, umiliazioni e dolore.
Il masochista non è un malato, ma una persona che esprime in maniera diversa la propria sessualità, non la propria vita.
Non è slave una persona che subisce passivamente le angherie del proprio cap’ufficio. E’ solo una persona debole.
La slave non lo è, non potrebbe mai esserlo.
Non è debolezza quella che la porta a stare ai piedi del proprio Padrone, mentre lui usa un’altra slave. E’ la sicurezza di appartenergli altro ogni possibile modo. E’ l’eccitazione del momento che si vive. E’ la voglia di dare e ricevere piacere… e la consapevolezza che quello è solo un gioco.
Dopo il gioco il Padrone ridiventa l’amico, o il compagno, o l’amante….
Quale persona debole riuscirebbe a subire questo per più di una volta? Quale persona che non sia forte riuscirebbe a piegare il capo davanti a ordini che al momento paiono incomprensibili?
Ubbidire quindi non subire.
Persone che affermano che la slave debba essere praticamente svuotata di ogni personale spirito, volontà o desiderio… sbagliano, e talvolta sono pure in malafede.
Primo perché nel nostro gioco c’è la regola suprema del Sano, Sicuro e Consensuale, quindi niente può essere fatto, o fatto subire senza la volontà della controparte.
Secondo perché una slave è sempre una donna, e se dimentica di esserlo anche solo per un istante non sarà mai una slave.
Cosa vuol dire essere slave dunque…?
Una slave è principalmente una donna, che ama giocare per dare e ricevere piacere in un ruolo subordinato, ma che è capace di amare, di volere e di vivere al di là del Sadomaso.

Tratto da guida BDSM


4 commenti:

  1. La schiava che vive senza cercare fama e indietreggia senza fuggire le punizioni,preoccupandosi solo della salvaguardia del Padrone e dei suoi interessi,è un tesoro per il Padrone.
    Se il Padrone cura la schiava come fosse una bambina,essa lo seguirà nelle valli più profonde.Se la ama,essa morirà per Lui.

    spellimm@libero.it

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    1. Concordo Anonimo, in ogni slave c'è una bambina e in ogni Padrone un padre affettuoso, severo quando serve

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  2. Tanto più la slave dimostrerà l'attaccamento al suo padrone, anche in situazioni difficili da sopportare, come in un lubrico e indecente, esibito e pubblico dileggio, tanto più saprà conquistarsi la sua stima.

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    1. Grazie F. si cresce insieme. L'Appartenenza non è fatta solo di sessioni ma sopratutto di complicità e dialogo.....cosi cresce sempre di più la fiducia e l'abbandono totale...è sempre Lui che mi fa oltrepassare i miei limiti senza paura

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