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lunedì 20 febbraio 2012

Da Alessandra a Fabrizio ( Dono di un amico)



Mi hai telefonato dicendo solo una frase, breve e autoritaria:

- Domani alle tredici, ristorante "La Pergola". Non metterti la biancheria sotto il vestito!-

Volevo replicare a quello che mi era sembrato un ordine: non me ne hai dato il tempo, hai chiuso immediatamente.

Ti ho maledetto, ma subito ho iniziato a pensare a quale vestito indosserò domani e a chiedermi se avrò il coraggio di non mettermi le mutandine!

Come da istruzioni rispolvero un paio di tacchi a spillo e un reggicalze che avevo dimenticato nel cassetto da almeno cinque anni, mi vesto con cura lasciando in bella mostra reggiseno e mutandine sul letto.

Mi osservo allo specchio: il tailleur nero sembra avere un tono molto diverso, lo spacco sulla gonna arriva ben oltre il bordo più scuro della calza. Indosso un filo di perle per incollarmi addosso un’aria gentile e rassicurante, mi guardo allo specchio e rimarco le linee scure delle mie labbra fino al punto del non ritorno.

Le labbra carnose sembrano oggi mi sembrano due ciambelle: “Sarò bella per lui?” Ravvivo un ricciolo ribelle, mi fascio con le mani i fianchi e accentuo lo spacco della gonna fino alla carne bianca, morbida, profumata, sensuale e preda.

Di fuori silenzio, più scuro e tombale di qualsiasi silenzio passato tra le mura protettive di casa. Mi guardo di nuovo spiando il mio sedere che ancheggia sui tacchi impossibili e richiama gli ultimi uccelli affamati di notte che beccano gli avanzi di cibo rimasti per strada. Freddo. Il vento s’infila nella gonna e risale sfacciato lungo la riga delle calze, e come spilli accarezza la pelle facendomi pentire d’aver osato oltre il lecito in un inverno alle porte.

Entro puntualissima al ristorante, il luogo è molto intimo e caldo. Pochi tavoli, divisi da separé di legno. Mi guardo attorno ma ho visto subito che tu non ci sei!

Il maitre mi ha vista e mi ha detto che c'era un tavolo prenotato e mi ha invitata a sedere.

Ti ho aspettato, anche se odio sedermi al ristorante da sola. Ho controllato il trucco, i capelli. Non indossavo gli slip, proprio come tu mi avevi chiesto, ed era una sensazione veramente insolita. Sotto le cosce nude, sotto le natiche, percepivo la resistenza della paglia intrecciata della sedia.

Dopo quindici minuti di attesa sei arrivato. Ti ho fissato con occhi di ghiaccio, volevo fulminarti per avermi fatta aspettare.

Ti sei scusato per il ritardo, e mi hai sfiorato le labbra con un bacio e ti sei seduto accanto a me, porgendomi un piccolo mazzo di rose.

Hai ordinato il pranzo per entrambi ma io ho smesso di mangiare quando la tua mano si è posata sulla mia gamba e hai iniziato ad accarezzarla appena sopra il ginocchio, poi quasi con noncuranza è risalita lungo la parte interna della coscia per controllare che avessi rispettato i tuoi ordini, se fossi nuda ...

Ho camminato per te tra la gente senza reggiseno e senza mutandine e adesso sono così eccitata che me ne sto lì seduta rigida ed impacciata, immaginando con ansia la tua prossima mossa. In mente il sesso, nient'altro. Voglia di fare l'amore subito ...

Mangiare insieme e in pubblico, in quello stato, si è trasformato subito in un nuovo gioco erotico. Non so neanche cosa avessi nel piatto: ogni boccone che mi porgi con le tue mani costituisce una tentazione irresistibile. Ho scoperto che gamberetti ed insalata sono il più potente afrodisiaco esistente (altro che tartufi ed ostriche!).

Poi hai preso il bicchiere del vino ne hai messo un sorso nella tua bocca e mi hai invitato a risucchiartelo con la mia...in vita mia nulla di più eccitante!

Ho mangiato dalle tue mani ed ho bevuto dalla tua bocca.....Ero in estasi per questo!!!

Quando la tua mano si è intrufolata sotto la mia gonna, in mezzo alle cosce, non ho avuto il coraggio di protestare....

Mi sono lasciata toccare il sesso umido mentre in bocca sentivo sciogliersi il gusto indimenticabile di uno scampo grigliato che mi avevi appena offerto.

La tua mano inizia  dolcemente a passare sopra, intorno e dentro il mio sesso rendendolo di secondo in secondo più umido, una calda linfa inizia a fuoriuscire, sento le punta delle tue dita scivolare sempre più dolcemente lubrificate da quel magico olio.

Le tue dita che allargano le mie grandi labbra e le riaccostano, le premono per millimetri che sembrano metri per poi ricominciare fino a che prendo respiro ed aspetto di nuovo.

Poi, protetto dal separé, ti sei dato un gran da fare e mi hai divaricato le grandi labbra, hai sfiorato le piccole, poi hai infilato due dita con un colpo deciso cosi’ profondamente dentro di me.... così profondamente da farmi rabbrividire.

Ad un certo punto temendo di bagnare la gonna l'ho sollevata un pò, lasciando scoperte le calze con le giarrettiere di pizzo.

Non ho pudore. Sono accaldata e ho una gran smania di aprirti i pantaloni per chinare la testa sul tuo membro duro e turgido e succhiartelo fino a sentirlo schizzare fra le mie labbra.

Hai sfilato le due dita, gocciolanti e, con esse,  hai preso un gamberetto e te lo sei messo in bocca, poi con un sorriso le hai delicatamente inserite nuovamente nel mio ventre e nei hai estratto altro miele.

Hai preso un altro gamberetto e me lo hai offerto, appoggiandolo alle mie labbra. Questo gioco mi eccita....

Io ho socchiuso gli occhi, aperto la bocca per prendere il gamberetto, ma un secondo prima lo hai lasciato cadere e così ho succhiato tutto quel dolce miele dalle tue dita. Delizioso! La mia lingua scorreva lungo le tue dita.

Mai avevo pensato di assaggiare il mio nettare, è dolce, sembra veramente miele, ecco perché ne sei sempre stato cosi’ avido. Ecco perché ti piaceva leccare la mia intimità per tempi infiniti, e portavi la mia mente e il mio corpo in paradiso.

Sono così eccitata….La tua mano che esce dolcemente dalle mie labbra, e si rifugia nuovamente in quel caldo lago dentro me stessa.

Così ti  prego di pagare il conto e di andarcene, ma tu non hai nessuna fretta e neppure imbarazzato dalla situazione. Tant'è che quando è venuto il cameriere con la lista dei dessert non hai tolto la mano ancora prigioniera delle mie gambe e hai ordinato due creme caramel con la massima tranquillità, mentre la mia vulva, contratta da uno spasmo di apprensione, si è stretta attorno alle tue dita.

Quando il cameriere si è allontanato ho preso la tua mano per attirarla ancora di più contro di me e, vibrando come una corda di violino sopra al tuo dito, ho goduto....

A questo punto ti sei alzato e mi hai presa per mano ed hai detto “seguimi”. Mi hai accompagnata alla toilette, ti ho seguito senza emettere un gemito, senza protestare, ma perché mi portavi nella toilette delle donne?

Ho spalancato gli occhi ma non ti ho fermato.

Poi il tuo sesso mi è apparso davanti grosso e lucido, vibrante di impazienza e ogni esitazione è svanita. Ho sollevato la gonna ed ho aperto le gambe: sono talmente bagnata che sento colare lungo le cosce il mio nettare. La tua lingua scivola, sotto il mio mento, passa sopra in seno, succhiando con forza il capezzolo, e mi fai emettere gemiti di piacere, passa sopra l’ombelico. E si arresta davanti a quella striscia rettangolare di dolce peluria bagnata come la rugiada bagna i campi in autunno.

Sento inconfondibile l’umidità della tua lingua incunearsi nel mio ventre, tra le mie cosce fino a centrare senza un attimo di sbandamento il mio piacere per poi proseguire tra le mucose ansiose del mio ventre ormai completamente allargato e alla mercé della tua bramosia.

È la prima volta che godo così intensamente tanto da  pregare Dio che non fosse l’ultima!

Sento la tua bocca remissiva, fedele e piena di abnegazione continuare a baciarmi per minuti e minuti, succhiando quel liquido di passione che sgorga copioso fino ad orlare le linee esterne delle mie labbra.

Sento la tua lingua che cerca di incunearsi sempre più a fondo nel mio sesso, come se volesse scoparmi, ed io che allarga le gambe più che posso.

Le mie mani si appoggiano alla tua nuca, e spingono il tuo viso contro il mio pube, posso sentire il tuo respiro passare tra i peli del mio sesso. Poi l’hai fatta risalire lungo il solco bagnato, quei pochi millimetri sufficienti ad arrivare al clitoride, ed hai iniziato a leccarlo con maestria fino a farlo diventare duro come un pene in miniatura, e la tua lingua che non gli da tregua, i denti che lo mordicchiano dolcemente.........io che ansimo e godo, mordendomi le labbra per trattenere l’urlo che la mia gola vuol liberare!

“Piano, piccolo fiore, piano, con calma, non agitarti, non essere precipitosa” mi dici con un filo di voce, mi obblighi con voce ferma a trattenere il fiato, a convincermi che è solo questione di secondi, e un colpo bene assestato mi infilerà il tuo sesso nel profondo della mia intimità, che tra meno di un niente si farà uragano, tempesta e ciclone per interminabili minuti.

E mi prendi in piedi, all’istante, col tuo pene voglioso che spunta rigido tra i denti della lampo e la mia gonna arrotolata fino ai fianchi.

Un attimo dopo sei dentro di me e nello stesso istante me lo hai spinto nelle profondità del mio ventre. Sono rimasta senza fiato, letteralmente. Delirio di piacere e presa dall'ansia di godere nuovamente mi sono slacciata i bottoni e ti ho offerto i seni. La camicetta è scivolata lungo le mie spalle fino a terra. Non indosso nient'altro e in un secondo sono rimasta in calze e giarrettiere tra le tue braccia. Poi ho sollevato una gamba e l'ho piegata dietro ai tuoi fianchi. Voglio sentirti più in fondo, voglio essere colmata. Tu mi hai messo la mano sotto il sedere e mi hai sollevata con facilità. Rapida ho allacciato le caviglie dietro ai tuoi reni e ho aperto la bocca per farmi succhiare la lingua. Senza il minimo sforzo mi hai tenuta sollevata, impalata sul tuo uccello ardente e mi hai presa in piedi, con forza bruta. E come se mi avessi penetrata fino al cuore!

Le tue mani che stringono le mie natiche, le dita affondano nella mia carne e mi dondolano su e giù.

Il tuo sesso prepotente che come un pistone entra ed esce dentro di me. Le mie tette che si stringono sul tuo torace e i capezzoli che si strusciano con forza.

Un tuo dito che lentamente sfiora il buco del mio culetto, e ogni volta che lo tocca, sento contrarsi i miei muscoli involontariamente. Ansimo sentendomi sopraffare dal piacere, sono venuta immediatamente.

Mi sollevo appena, la schiena incurvata ed il mio volto teso, in attesa di quel dolore così dolce e perverso, pronto a riempirmi fin dentro le viscere e a logorare ogni muscolo fino a farmi gridare, fino a farti grugnire.

Subito dopo ho sentito che anche tu ti eri svuotato dentro di me in un lungo, travolgente, orgasmo!!!!!!

Asciugo il tuo sperma che mi cola tra le cosce. Poi mi inginocchio davanti a te, come quasi in adorazione a quel sesso ancora duro che mi ha dato tanto piacere, e inizio a succhiarlo, a leccartelo e con le mani ti accarezzo dolcemente i testicoli.

Ti sento godere di nuovo, mentre le tue mani accarezzandomi le orecchie mi danno il ritmo di quel bacio voglioso.  Ci siamo ricomposti, siamo usciti dal bagno.

Ci siamo seduti al nostro tavolo e ti ho guardato: non riesco a credere che sia tutto vero!!!!!!

Ti appoggio la mano sui pantaloni e sento che il tuo sesso pulsa ancora duro e vivo là sotto. Guardandoti negli occhi ti ho detto: “Adesso si va a casa mia, e si scopa a modo mio……….ti succhierò anche l’anima………questa volta non ne esci vivo……”


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