Quando mai nella storia umana mondiale si è visto uno schiavo che si lascia incatenare senza prima ribellarsi? In quale circostanza o situazione bellicosa una persona può accettare di diventare schiava senza prima tentare una ribellione o un’evasione?
Se si pensa che una persona che non è mai stata resa schiava si arrenda senza prima provare a mordere la mano che la vuole imprigionare o ribellarsi a quel potere che la vuole dominare, non si conosce l’anima di una persona libera.
Una persona libera ha un suo orgoglio, una sua autostima, la percezione di un proprio valore e perciò quando a tale persona si vorrà dire cosa fare e come farlo è chiaro che la prima reazione sarà l’aperta ribellione, l’opposizione, il tentativo di fuga e colui che tenta di mettere il giogo a questo spirito libero avrò non poche delusioni, visto che invece si aspettava una resa facile e totale.
Quando si avvicina la possibilità che le catene si stringano al collo, ai polsi o ai piedi, alte saranno le nostre resistenze e tutto il nostro essere si opporrà a tale imposizione. Se esistono persone che non si oppongono e che docilmente accettano subito il ruolo di sottomessi/e allora queste persone non hanno carattere, personalità, senso di sé e orgoglio.
Ogni essere vivente normale si ribella alla costrizione e alla forza che un altro essere vuole esercitare e che gli viene imposta, poiché il senso della libertà è così insito nell’essere umano che quando si prospetta una situazione in cui questa libertà verrà tolta la prima reazione è negativa.
Una schiava che dice “NO” non lo dice perché non è umile o non sa cosa significa lasciarsi andare. Questo NO deve essere inteso come ribellione logica di un essere che cerca di non venire imprigionato in un ruolo che gli viene dato dal padrone. Il potere che gli viene imposto dal padrone è così forte che la prima reazione è un NO di sfida quasi e questo un bravo master dovrebbe metterlo in conto specialmente quando ha a che fare con una persona che non è mai stata sottomessa.
Più un padrone è forte e deciso nel suo intento e più dovrebbe tener conto di queste ribellioni come di un comportamento normalissimo in una slave non esperta. Il primo NO della schiava deve essere considerata una prova per dimostrare la pazienza e la cura che il padrone metterà nell’affrontare ogni tentativo di ribellione e di opposizione ai suoi comandi e ordini.
Se il padrone al primo NO rinuncia alla sfida vuol dire che non dà il giusto valore alla sfida e alla condizione di libertà della schiava da modificare. Ci vuole molto tempo perché una persona che si considera libera possa affidare se stessa al potere di un altro. Ancor più difficile se la schiava ha un carattere forte e una personalità ben precisa.
E’ fin troppo facile piegare colombelle pronte a dire sempre sì, mentre una schiava che dice no, che si oppone, che ragiona, che sfida, è più impegnativa ma ciò deve spronare il padrone ad esprimere ancor di più il proprio valore e la propria potenza su di questa.
Non esiste una persona libera che possa davvero amare la perdita della propria libertà ed è per questo che un padrone deve dimostrare la sua tenacia e la sua pazienza nell’insistere pacificamente nei tentativi di mettere il morso alla giovane puledra.
Quando si tenta infatti di domare una puledra selvaggia molte volte il domatore cade a terra perché l’animale scalcia e si oppone alle redini e alla sella. Dev’essere il padrone a dimostrare la calma, la pazienza e l’accortezza nel voler condurre l’anima ribelle alla resa totale di sé. Questo richiede tempo e non è una cosa che si ottiene subito, a meno che la schiava in questione sia una vera masochista che desidera solo sevizie e torture.
Così come non si nasce schiavi di nessuno, non lo si diventa certamente quando si incontra un potere maggiore! Ma ci si trasforma in slave quando l’amore del padrone rende tali, attraverso modi comprensivi e gentili. A nulla serve la forza fisica o il dolore per piegare un essere libero. Bisogna usare intelligenza, astuzia e amore.unfioreincatenato.wordpress.com
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