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giovedì 23 dicembre 2010

Incatenata ai polsi

La sottomissione paradossalmente mi rende libera. Ha fatto si che mi senta sicura sempre anche quando siamo lontani, perchè mio Padrone è sempre con me. 
La sofferenza per me è semplicemente il modo in cui mio Padrone vive il suo essere e fa si che io possa vivere il mio, poi fisicamente si crea un meccanismo di dolore...piacere, meccanismo che lui mi ha insegnato e che mi fa vivere.Non provo piacere nel dolore, provo piacere perchè lui lo prova facendomi male........e questo mi arriva, si amplifica e ritorna a lui.

2 commenti:

  1. se riesci a superare la sensazione superficiale di dolore è come se una
    miriade di porte si aprissero dentro di te, ti senti consapevole di te stessa,
    difficile da spiegare,come se ti stessi vedendo dall'esterno; la fisicità viene
    sublimata da una connessione spirituale con te stessa e con il Padrone che ti
    sta accompagnando in questo viaggio incredibile.Si arriva alla spiritualità.

    spellimm@libero.it

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  2. Grazie Anonimo, si difficile da spiegare...metamorfosi del dolore che si fa estasi.Paragono il dolore delle punizioni al parto, la sofferenza del travaglio e la felicità quando si tiene il bimbo in braccio...è il dolore svanisce. La slave rinasce a vita nuova, sempre più unita al Padrone...due corpi e un anima. Lo spirito del padrone vive in lei, anche nella sua assenza...il Padrone è sempre li, dentro di lei

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