Ferma, legata, bendata,
completamente inerme, indifesa.
In attesa…
Gemiti soffusi
si alternano a gridolini di piacere
sovrapponendosi al sibilo delle mie parole
che leggere sferzano l'aria
e ti rimbombano nel cervello
come lo schiocco secco
di una frusta sulla nuda pelle.
Ad ogni leggero tocco delle mie mani,
ad ogni frase che esce dalla mia bocca,
ad ogni movimento del mio corpo,
il tuo corpo si contorce, si flette, si inarca,
come se una forza invisibile
lo sollevasse nel punto dove il colpo lo raggiunge.
Oscilla, in quella posizione instabile in cui
è costretto dalle corde,
ma è l'unico movimento
che gli è concesso dalla fermezza dei nodi.
Ed ad ogni movimento sale ancora di più in te
un vortice di emozioni totalmente diverse,
ma che alla fine convergono in un’unica direzione:
il piacere.
Hai paura, così immobile,
hai timore di poter subire qualsiasi cosa,
hai paura del dolore,
sei tesa perché il buoio ha oscurato i tuoi occhi:
ma allo stesso tempo ha accresciuto le tue percezioni.
La paura piano piano si trasforma in attesa,
e l’attesa in desiderio.
Sai che io voglio solo potarti all’estasi del piacere,
ed è quella l’unica cosa che ormai desideri.
Ti lasci andare, ormai completamente in mia balia.
Ti affidi cecamente a me, perché io faccia di te
Ciò che desidero.
Non occorre toccare per vedere
che liquidi ed odorosi umori
escono ormai copiosi dalla tua intimità,
formando piccoli rivoli
che lentamente scivolano lungo le gambe.
Le ginocchia cominciano a cedere
e solo i polsi sorreggono
quasi totalmente il corpo.
L’attesa ormai inizia a farti impazzire,
la voglia inizia a logorarti, ad offuscarti il cervello.
Ma è solo nell’attesa che puoi capire,
è solo nell’attesa che puoi finalmente vedere,
è solo nell’attesa che puoi aprire gli occhi dell’anima
e apprezzare veramente il Piacere
quando finalmente deciderò di concedertelo
prima dell'epilogo in cui saremo un unico corpo.
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